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Domanda: "Gli ebrei sono salvi, in quanto popolo scelto di Dio?"

Risposta:
Gesù disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6). Il "nessuno" al quale Si riferisce, include ebrei e gentili. Gli ebrei sono il popolo scelto da Dio, ma ciò non gli garantisce automaticamente la salvezza. Piuttosto, coloro i quali vengono salvati, lo sono in quanto credono in Gesù Cristo come loro vero Messia. Ci sono molti ebrei messianici, che hanno accettato Yeshua (la parola ebraica per "Gesù") come loro Messia.

Tuttavia, non c'è dubbio che gli ebrei siano ancora il popolo scelto da Dio. "Poiché tu sei un popolo consacrato all'Eterno, il tuo DIO; l'Eterno, il tuo DIO ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra. L'Eterno non ha riposto i suo amore su di voi né vi ha scelto, perché eravate piú numerosi di alcun altro popolo; eravate infatti il piú piccolo di tutti i popoli; ma perché l'Eterno vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri […]" (Deuteronomio 7:6-8).

Tra tutte le nazioni e le genti sulla Terra, esattamente perché Dio "scelse" gli ebrei? John Gill, nel suo libro Exposition of the Entire Bible, dice che gli ebrei furono "scelti per un tipo speciale di servizio e adorazione, per ottenere privilegi e benefici speciali, sia civili che religiosi; tuttavia non furono scelti per misericordia speciale… o gloria eterna." Gli ebrei furono scelti per fungere da benedizione per tutte le nazioni della Terra (Genesi 12). Gli ebrei furono scelti per essere una luce per i gentili. Dunque, tutti gli ebrei sono "salvi" semplicemente per essere tali?

Secondo molti studiosi rabbinici moderni, il concetto cristiano della salvezza dal peccato non ha eguali nel Giudaismo. Il Giudaismo non crede che l'uomo, per natura, sia malvagio o peccatore, e dunque pensa che l'uomo non abbia bisogno di essere "salvato" da una dannazione eterna. Anzi, la maggior parte degli ebrei di oggi non crede in un luogo di punizione eterna, e neppure nell'inferno nel senso letterale del termine. La radice della parola ebraica per "peccato" è chayt, che significa letteralmente "mancare il bersaglio." È un termine comunemente usato nel tiro con l'arco, quando qualcuno "manca il bersaglio" e non fa centro. Quando un ebreo manca il bersaglio ed occasionalmente cade nel peccato, ovvero viene meno nel rispettare le leggi di Dio, si crede che possa ottenere il perdono con la preghiera, il pentimento, e compiendo opere buone.

Il libro del Levitico, il terzo libro della Torah, fornisce chiaramente le indicazioni per il perdono: "Poiché la vita della carne è nel sangue. Per questo vi ho ordinato di porlo sull'altare per fare l'espiazione per le vostre vite, perché è il sangue che fa l'espiazione per la vita" (Levitico 17:11). Il sacrificio del tempio era sempre il pezzo forte dell'espiazione degli ebrei. Una volta all'anno, nel Giorno dell'Espiazione (Yom Kippur), il sommo sacerdote levita entrava nel Sancta Sanctorum del tempio e spargeva il sangue del sacrificio sul propiziatorio. Con quell'azione annuale, veniva fatta espiazione per i peccati di tutta Israele. Tuttavia, il Tempio Santo fu distrutto nel 70 d.C., e per quasi 2000 anni gli ebrei sono rimasti senza un tempio, un sacrificio ed un mezzo per ottenere l'espiazione.

Il Brit Chadasha (il Nuovo Patto o Nuovo Testamento) ci insegna che il Messia ebreo, Gesù Cristo, venne "alle pecore perdute della casa d'Israele" (Matteo 15:24) immediatamente prima della distruzione del tempio ebraico a Gerusalemme. "Ma Cristo, essendo venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso un tabernacolo piú grande e piú perfetto non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione, entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei tori e dei capri e la cenere di una giovenca aspersi sopra i contaminati li santifica, purificandoli nella carne, quanto piú il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente" (Ebrei 9:11-14).

Il Nuovo Testamento insegna che tutti noi, ebrei e gentili, abbiamo "mancato il bersaglio"(Romani 3:23). Tutti noi ci troviamo a vivere le conseguenze del peccato, ed il "salario del peccato è la morte" (Romani 6:23). Abbiamo tutti bisogno di salvezza dal nostro peccato; abbiamo tutti bisogno di un Salvatore. Il Nuovo Testamento insegna che Gesù il Messia è "la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre" se non per mezzo di Lui (Giovanni 14:6) E, cosa più importante, "in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c'è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati" (Atti 4:12).

Per gli ebrei, Gesù il Messia è giunto come Sommo Sacerdote e, per mezzo del Suo sacrificio per il peccato, offerto una volta per tutte, assicura l'espiazione completa a tutte le genti. In quanto "non c'è distinzione" tra gli ebrei e i gentili (Romani 10:12). Sì, gli ebrei sono il popolo scelto da Dio, e tra di loro venne il Messia ebreo a benedire tutte le nazioni della Terra. Ed è solo per mezzo di Gesù che gli ebrei possono trovare l'espiazione ed il perdono completo di Dio.

Mentre gli ebrei devono venire individualmente a Cristo per la salvezza, Dio non ha ancora finito con Israele come nazione. La Bibbia ci dice che, alla fine dei tempi, Israele infine riconoscerà Gesù come suo Messia (Zaccaria 12:10). Geremia 33:8, Ezechiele 11:17, e la Lettera ai Romani 11:26 predicono che, alla fine dei tempi, Israele verrà rigenerata, ristabilita e riunita nella sua terra. Questo raggruppamento ebbe luogo nel 1948, quando Israele fu riconosciuta come nazione sovrana dagli Stati Uniti. Chiaramente, Dio non ha finito con il popolo ebraico.

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