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Domanda: "Che cos’è la Fonte Q? Esistono prove del ‘vangelo’ Q?"

Risposta:
Il vangelo “Q” prende il nome dalla parola tedesca quelle, che significa “fonte”. L’idea di un vangelo Q si basa sul concetto che i Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) sono così simili che devono aver copiato l’uno dall’altro e/o da un’altra fonte. A quest’altra fonte è stato dato il nome di “Q”. Le principali argomentazioni a favore dell’esistenza di un Vangelo Q sono essenzialmente le seguenti: (1) I Vangeli di Matteo, Marco e Luca sono stati scritti successivamente al 70 d.C. e quindi non possono essere stati scritti dall’apostolo Matteo, da Giovanni Marco o da Luca il medico. (2) Dal momento che gli autori dei Vangeli non erano testimoni diretti, devono aver utilizzato altre fonti. (3) Visto che Marco è il Vangelo più breve e contiene meno materiale originale, Marco è stato scritto per primo e Matteo e Luca hanno usato Marco come fonte. (4) Dato che in Matteo e Luca ci sono molte somiglianze che non si ritrovano in Marco, Matteo e Luca devono aver avuto un’altra fonte. (5) Questa fonte Q, era probabilmente una raccolta di detti di Gesù, simile al Vangelo di Tommaso.

Quando si considera la possibilità di un vangelo Q, è importante ricordare che non è mai stata trovata alcuna prova della sua esistenza. Non è mai stato trovato nemmeno un singolo frammento manoscritto di Q. Nessuno dei primi padri della Chiesa ha menzionato qualcosa che potesse corrispondere al vangelo Q. In secondo luogo, esistono forti prove che i Vangeli di Matteo, Marco e Luca siano stati scritti tra il 50 e il 65 d.C., non successivamente al 70 d.C. Molti dei primi padri della Chiesa attribuirono i Vangeli agli apostoli Matteo e Giovanni Marco e a Luca il medico. In terzo luogo, dal momento che i Vangeli sono stati scritti da Matteo, Marco e Luca, sono stati scritti da testimoni oculari di Gesù e/o da loro compagni stretti. Pertanto, è naturale aspettarsi molte somiglianze. Se i Vangeli riportano le parole effettivamente pronunciate da Gesù, dovremmo aspettarci che i testimoni oculari riportino le stesse cose dette da Gesù.

Infine, non è sbagliato pensare che gli scrittori dei Vangeli abbiano usato gli altri Vangeli come fonti. Luca dichiara in Luca capitolo 1 di aver utilizzato delle fonti. È possibile che Matteo e Luca abbiano usato Marco come fonte. È possibile che ci fosse un’altra fonte oltre a Marco. Il possibile uso di una fonte Q non è il motivo per cui la possibilità di un vangelo Q deve essere respinta. L’uso di una fonte che conteneva i detti di Gesù non toglie nulla all’ispirazione delle Scritture. Il motivo per cui la possibilità di un vangelo Q dovrebbe essere respinta è il presupposto della maggior parte dei suoi sostenitori, ossia che i Vangeli non sono divinamente ispirati.

La stragrande maggioranza di coloro che promuovono il concetto di un vangelo Q non crede che la Bibbia sia ispirata (creata da Dio). La stragrande maggioranza dei sostenitori della Q non crede che i Vangeli siano stati scritti dagli Apostoli e dai loro stretti collaboratori, o che i Vangeli siano stati scritti durante la generazione degli Apostoli. Non crede che sia possibile che due o tre autori abbiano usato le stesse parole senza utilizzare gli scritti degli altri come fonti. In particolare, la maggior parte dei sostenitori della Q nega l’ispirazione dello Spirito Santo, che ha aiutato gli scrittori dei Vangeli a riportare accuratamente le parole e le opere di Gesù Cristo. Lo ripetiamo: il problema non è l’uso di una fonte “Q”; il problema è il motivo per cui la maggior parte dei sostenitori del vangelo Q crede che sia stata usata una fonte “Q”, ossia la negazione dell’ispirazione delle Scritture (Matteo 5:18; 24:35; Giovanni 10:35; 16:12-13; 17:17; 1Corinzi 2:13; 2Timoteo 3:15-17; Ebrei 4:12; 2 Pietro 1:20-21).

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